La denuncia di Azzolina.
L’ex ministra dell’Istruzione accusa il sottosegretario Sasso: «Ha preso il mio persecutore Pasquale Vespa».
Lui si difendeva invocando il «diritto di satira».
Si chiama Pasquale Vespa, è un professore campano che spesso parla da «portavoce» dei precari della scuola, in quanto leader dell’Associazione nazionale docenti per i diritti del lavoratori (Anddl).
La ex ministra Lucia Azzolina lo ha querelato per diffamazione e minacce reiterate e il 9 aprile a Napoli inizia il processo.
Ma la notizia non è (solo) questa: è che Vespa — a quanto rivela Azzolina — è stato chiamato a lavorare al ministero dell’Istruzione dal sottosegretario leghista Rossano Sasso, che lo avrebbe voluto nella sua segreteria e ha rivendicato la scelta con un post del 12 marzo: «Ieri nelle piazze, oggi al Ministero. Non perdo di vista le lotte sindacali... E lo farò anche con il professore Pasquale Vespa da Napoli».
Al telefono l’onorevole Lucia Azzolina ha la voce incrinata: «Una persona del genere doveva essere buttata fuori dalla scuola, invece lui è stato premiato. È gravissimo, non si può tacere di fronte a una storia così. Noi a scuola insegniamo che i cyberbulli si combattono, non si premiano».
Dal 2018 l’esponente del M5S raccoglie gli insulti sessisti di Vespa e di un gruppo di suoi seguaci su Facebook. Ha fotografato i messaggi e i video di minacce e li ha allegati alle denunce, che ha inviato anche agli uffici del ministero dell’Istruzione.
«Vespa è un sindacalista della Uil, da qualche tempo molto vicino alla Lega — si sfoga Azzolina —. Per due anni si è divertito con insulti e commenti di tutti i tipi contro di me, mi ha scatenato contro la guerra dei precari con tutto l’odio possibile immaginabile, per preparare la sanatoria dei concorsi, per lui e per i suoi amici. È un precario che vuole l’assunzione senza concorso, non ha voluto partecipare nemmeno a quello straordinario».
La ex ministra è indignata e ferita: «Il ministero non ha mosso un dito, nonostante io abbia comunicato le querele a tutti i livelli».
Nella prima denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma presentata l’11 dicembre 2018 dall’avvocato che la assiste, Giulio Cristofori, sono registrati tutti gli «epiteti e sottintesi fortemente sessisti e grandemente offensivi» e gli emoticon che spesso hanno al centro l’hashtag #BoccaRouge, con riferimento al rossetto rosso della ex ministra e con corollario di affermazioni irripetibili di Vespa e dei suoi follower, sul tema come-chiudere-la-bocca-ad-Azzolina. C’è anche un video in stile horror, con streghe e mostri dalle mani insanguinate, l’immagine della ex ministra e la scritta «da disoccupati saremo il vostro peggiore incubo».
L’onorevole del M5S dice di sentirsi sola in questa battaglia, ma non intende mollare: «Finalmente inizia il processo». Una sfida non facile. Vespa rivendicherà il diritto di satira, come scrisse l’1 giugno del 2020 in una lettera al sito Dagospia: «Lo scrivente non ha mai posto in essere condotte lesive della dignità e dell’onore dell’On. Lucia Azzolina, come pure, non ha mai attribuito a quest’ultima condotte moralmente disonorevoli tali da suscitarne disprezzo o dileggio».
https://www.corriere.it/politica/21_...410d331e.shtml