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  1. #21
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    Predefinito Re: Autonomia al Neverendum

    Difatti la sintesi che la Rete per il Referendum del 22 ottobre (organizzatore del Convegno) ha pubblicato dieci giorni più tardi è mooolto triste...

    “dopo il Forum Autonomista del 17 Ottobre ripartiamo subito a pensare ai passi successivi. Vedremo se tutti coloro che si sono espressi per una aggregazione degli Autonomisti manterranno la loro posizione”

    https://www.facebook.com/rete22ottob...97307960910527
    dal 27 ottobre h:20,17 al giorno 8 novembre con 9.likes 0.commenti 0.condividi

    mi sembra un atteggiamento speranzoso piuttosto che volenteroso, non di certo bellicoso, assolutamente privo di argomenti, inerte, attendista, non osa dire cosa devono o dovrebbero fare i signori convocati, i quali apparentemente non esistono e non rispondono nemmeno alla supplica.

    Non appare nessun criterio: a parte il latrato del Bossi, non è cambiato niente.
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  2. #22
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    Predefinito Re: Autonomia al Neverendum

    Primo a parlare, Marco Gheller, assessore di Aosta. Presume che la storia sia cominciata ieri nel dicembre 1943 con la Carta di Chivasso, ma non dice la Data 19 dicembre, però la dice successiva al manifesto di Ventotene (del 1941) sul quale poi scambia anche un “lapsus” chissà perchè ...forse la lingua batte dove il dente duole: la Carta di Chivasso bene o male s’interessa del hinterland Alpino, mentre quella di Ventotene bene o male dell’europa intera, stiamo mescolando la busecca coi maccheroni.

    Prima però sbrodola dichiarazioni legajole all’indirizzo del Palliarini, che culminano col “padania libera scritto sul muro” eppoi mio nonno con il “ministro” che... praticamente è una specie di premio Nobel paduno, buttando lì anche un “norditalia” come usano forse i valligiani moderni, perchè i vecchi han sempre detto “altaitalia“ da secoli. Praticamente stiamo ascoltando uno sbarbatello.

    Prosegue dicendo che nel dopoguerra Adriano Olivetti, quaranta kilometri più in la, s’era dedicato ad una attività politicamente meritevole prefigurando tutta un’altra “europa” di cui adesso non si può fare a meno (ma non credo proprio che Olivetti la vedesse in questo modo) dice che il mondo è più piccolo, per cui Brussel diventerà “federale” e vissero felici & contenti.

    Salvo una cosa: le macroregioni di montagna son diverse da quelle di pianura (chè ovviamente stanno appiattite) e allora avranno diversa amministrazione, più o meno come la Lomellina è diversa dalla Brianza, dalla Franciacorta e dalla Terrebesca, molto semplicemente.

    Chiaro che non te lo dice “come la fai” tutta sta roba: avete tutta la vita davanti, che fretta c’è?

    Allora mi rimetto in tasca la penna biro e ci ragiono sopra: tutto questo nascerebbe grazie alla Carta di Chivasso? Ma però non l’han votata sei o sette millioni di montanari ...l’han votata in sei (numero 6 umani) più un assente giustificato, mentre quella di Ventotene la votano in due.

    Peggio ancora, dico io, sulle Alpi nostre nei due anni seguenti, la guerra l’ha fatta il C.L.N.Altaitalia, non a chiacchere ma sgomberando colle armi il nemico e costituendo Repubbliche, chiaramente del Nord escludendo la penisola.

    Voglio dire, senza contare che la Carta di Chivasso contiene assurdità e contraddizioni, durante la guerra non è la Carta dei sei firmatari ad apparire una credibile alternativa al Regno d’italia ed alla RSI ma lo è il CLNAI come dimostra l’accordo del 7 dicembre 1944 colle Forze delle Nazioni Unite, ed ancor di più è dimostrato dalla trattativa che progettava colla RSI il “cambiamento di fronte” con cui i mericani restano congelati sulla Linea Gotica mentre coi tedeschi si faceva fronte comune contro l’armata rossa, conservando i confini sul vallo delle Alpi Giulie e di Viareggio.

    Va beh, come dice Fred Buscaglione “nel frattempo la guerra finisce” ma la Carta di Chivasso appare vieppiù come la mosca cocchiera: se l’avessero usata in una trattativa coi terzi, la RSI o la Gestapo, il CLNAI o chiunque altro, la si potrebbe impugnare a pro di quassicosa, mentre così la Carta è un pezzo di carta. A guerra finita poi non cessa il “Vento del Nord” nato con Filippo Turati nel secolo precedente, mentre invece la Carta di Chivasso finisce in frigo.

    Riappare coll’amichetto del Bossi (Salvatore) quando pensava di fare il Rappresentante della UnionValdotaine, così come il sig. Maniago ha pensato bene di fare il Rappresentante della Suttirolerfolspartai: proprio vero che i ‘taliani “bauscia” s’impiccian sempre dei casi altrui.

    Tòh! Ecco che la Carta la vantano i bossiani padanichi, vieppiù pretendendo di sostituire il cosidetto “Breviario di Assago” che comunque ha surclassato Chivasso & Ventotene, votato da un uomo solo (Gianfranco Miglio) al congresso della Lega il 12 dicembre 1993

    ...un attimo dopo l’esercitazione militare italosvizzera per mettere a ferro e fuoco Piemonte Liguria Lombardia ed un attimo prima di esser cacciato via dai 180 parlamentari e 180 portaborse e da tutti i ministri legajoli tagliani, venduti al governo alieno, compreso illo ‘o ministro Pagliarini testè festeggiato da questo signore senza vergogna.
    Ultima modifica di mailander; 13-11-20 alle 01:43 Motivo: virgola
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  3. #23
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    Predefinito Re: Autonomia al Neverendum

    Carlo Vettori consigliere per “Alto Adige Autonomia” in provincia di Bolzano, viene presentato dal “profondo Est” ma corregge “dal profondo Nord” e la clacque bossiana rumoreggia “suttirolosuttirolo” per patetica inerzia legajola: se la capitale del Tirolo è a Castel Tirolo due km fuori Merano, ci dovete dire voi a sud “di che cosa” starebbe Bolzano.

    Dice subito che l’autonomia vale molto poco nella sanità com’è dimostrato dall’emergenza covid-19 mentre le commissioni destinate a riunirsi, proprio per discutere il da farsi su l’autonomia, non vengono più riunite.

    Dice che è ora di “finirla col passato e passare al futuro e alle cose da fare ...e di forte” era ora dico io. Dice che un partito dovrebbe essere come il SVP tedesco e che il Nord tiene in piedi il paese, al di là di “quale paese” sembrano le due sole priorità.

    Ora, per fare un partito come SVP e addirittura sorpassarlo basta organizzare una “rappresentanza etnica” coi dovuti modi nella sua provincia, lui è consigliere provinciale, lo faccia. Se poi il Nord tiene in piedi la “baracca” allora si associ col resto del Nord ...non starete mica aspettando i lumaconi.

    Si preoccupa di aggregare consensi, ma finisce nella solita “clacque esotica” e piuttosto che dire a se stesso quale sia il da farsi per il suo partito ...sogna il partito degli “altri” come tutti i leghisti: non sanno ncazzo della Lombardia ma son perfettamente aggiornati su la catalonia, la bretagna, la scozzia, la frislandia, la suttirolesfolspartai, la calabria, la baviera ed altri cazzi, tutto fuorchè la terra di casa tua che hai sotto ai piedi.

    Mi ricordo che se ne lamentava anche il Bossi (prima di dare i numeri) ma poi al contrario è diventato l’insegnamento della Lega bossiana quando prende il volo “al di sopra” lontano dalla (propria) realtà, appunto.

    La suttirolespartaifolk è un partito italiano, cosa ci vuole ad imitarlo? L’aveva inventato Silvius Maniago del popolo di santi poeti navigatori che s’impiccian sempre dei cazzi degli altri, lo stesso facette Salvatore quando dalla Toscania pensava di evangelizzare l’union Valdotaine, che ancora non si è capito cosa caspita ciazzeccasse.

    Si capisce che Vettori ha le idee chiare, ma anche si capisce che non poteva impararle da nessuno, per cui le conosce soltanto alla rinfusa come gli son zampillate fuori dalla testa: però non le ha mai approfondite abbastanza da sapere che se le mettesse in fila indiana pedissequamente l’una dietro l’altra troverebbe il bandolo della matassa ...e potrebbe anche far imbizzarrire segretario & prefetto di Bolzano e magari qualcuno a Roma e a Vienna.

    Tipica scheggia esplosa dalla fogna belleriana, inutilizzabile, non ha gli strumenti, la televisione gli ha insegnato che non ne servono ...basta ‘vercelo duro.
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  4. #24
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    Predefinito Re: Autonomia al Neverendum

    Siccome Herbert Dorfmann della SVP (suttirolerfolspartai) è rimasto intrappolato a Brussel per via del vairus, viene diffusa la sua voce registrata da Gian Antonio Bevilacqua.

    Dice che l’autonomia delle “grandi regioni del Norditalia” sarebbe un bene, se non altro perchè le altre regioni “dell’arco Alpino, che han l’autogoverno, stanno meglio” del resto del mondo.

    Dice che autonomia non significa soltanto soldi, anche se un accordo finanziario è fondamentale, è piuttosto aver la “responsablità” della gente che vive sul territorio. Per cui si riferisce alla “giurisdizione” ma non ne parla, semplicemente la evoca.

    Comunque dice “non è questione di poche settimane” mentre l’ordinamento federale è un bene anche per lo Stato ma l’ultima riforma non và in questa direzione.

    Ovviamente sta pensando allo Stato italia, non a quello di Bolzano.

    Poi dal consiglio comunale di Milano, interviene Franco Dalfonso “bisogna portare la sfida più oltre, il regionalismo ha fallito ce lo dice il suo fondatore Piero Bassetti” ed anche lui evoca la giurisdizione con le parole “il potere è al di sopra del Sindaco e dei confini” è altrove, cioè a Roma, a Brussel, nella city Londinese, a Wallstreet, nei grattacieli di Manhattan e Singapore, praticamente è nelle mani del segretario comunale e dei prefetti.

    Ah ecco, mi pareva, siamo sempre ai nastri di partenza.
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